”Riverbero avversativo”
Perdere nell'abbraccio
la consistenza umana,
diventare puro calore,
niente incandescente,
tutto nient’altro che luce
e aurore siderali a cornice.
Smarrito il senso dell’ ”io”
naturale, non più frammento,
ma intero, completo,
unica sostanza.
E poi il distacco, non freddo,
ma portatore di conseguenti
e nuove prospettive mirabili,
due, affacciate su infiniti altri,
dischiuse come le corone di
quelli che sempre attendono
la pioggia solare
per rinvigorire e tornare.
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